201° anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri

Il 5 giugno 2015 si celebra il 201° Anniversario della Fondazione dell’Arma dei Carabinieri, istituita dal Re di Sardegna Vittorio Emanuele I di Savoia.

Purtroppo le istituzioni e i mass media sembrano aver quasi dimenticato questo anniversario dell'Arma dei Carabinieri.

Noi Monarchici invece ci sentiamo particolarmente vicini all'Arma dei Carabinieri, e vogliamo ringraziare questa Forza Armata per il suo continuo impegno nel difendere tutti gli italiani.

Breve Storia

Passata la Rivoluzione Francese e Napoleone, il Re di Sardegna Vittorio Emanuele I di Savoia fece ritorno a Torino da Cagliari, dove si era trasferito visto che il Piemonte era occupato dai francesi. Vittorio Emanuele che non aveva perso la corona, sentì la necessità di formare un corpo armato che aveva compiti sia civili che militari, e con le Regie Patenti del 13 luglio 1814, integrate con altre emanate il 15 ottobre 1816, il Re di Sardegna Vittorio Emanuele I di Savoia istituì i Carabinieri Reali.

Il loro nome deriva dall'arma che ogni carabiniere aveva in dotazione: la carabina, e il primo comandante in capo del Corpo fu il Generale d'Armata Giuseppe Thaon di Revel di Sant'Andrea.

Negli anni successivi il Regno di Sardegna è coinvolto a vario titolo nel Risorgimento. In questo contesto si inquadra l'invasione della Savoia del 3 febbraio 1834 da parte di un gruppo di fuoriusciti italiani finanziati da Giuseppe Mazzini reduci dei moti del 1821. Questi catturarono il carabiniere a cavallo Giovanni Battista Scapaccino e poi lo uccisero perché si rifiutò di unirsi a loro con il gesto simbolico di gridare "Viva la repubblica!", preferendo tener fede fino in fondo al giuramento fatto al Re.

Alla sua memoria fu conferita una medaglia d'oro al valor militare, la prima in assoluto ad essere registrata sull'albo d'onore dell'Armata Sarda. Medaglia d'oro al valor militare: «Per aver preferito farsi uccidere dai fuorusciti nelle mani dei quali era caduto piuttosto che gridare "viva la repubblica", cui volevano costringerlo, gridando invece "Viva il Re".»

 

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