I Monarchici di “ITALIA REALE” considerano la liberazione dei popoli dell’Est dalla dittatura comunista e la caduta del muro di Berlino avvenimenti storici fondamentali, che hanno dato inizio ad una nuova era per l'umanità.
Questa situazione ha messo in moto un meccanismo molto complesso. Ha posto in discussione lo stesso modo di pensare la modernità.
Dobbiamo, pertanto, ripensare ia nostra società “coronandola di speranza”, progettando la Monarchia futura, come possibile scelta di popolo, a completamento di un vasto programma di rinnovamento sociale.
In questo senso gli uomini e le donne di ITALIA REALE vogliono contribuire a costruire una nuova Italia, fedeli ai loro valori, che possono coesistere anche in una societa repubbiicana, nell'ambito di uno Stato finalmente pacificato. L’Europa, con le sue monarchie, accanto alle repubbliche, ci insegna proprio questo. Il problema presente, è quello di mantenere viva, nei dibattito culturale e politico del Paese, una “questione monarchica”.
Per fare ciò è indispensabile uno strumento politico che permette l'elezione di monarchici “a viso aperto” (secondo una belle definizione data da Re Umberto II agli uomini di 'Stella e Corona”).
Scendere in campo con un programma politico che sappia aggregare interessi diversi intorno ai nostro simbolo non significa costituire “il partito del Re”. Il Re non ha partito. Per sue natura è ai di sopra delle parti, anche di un Partito Monarchico.
Significa affermare, nella Società, quei valori tradizionali ed il principio di legittimità, che dovrebbe sempre informare di se la legge, i codici, le costituzioni, di qualunque società, in qualunque epoca, a qualunque livello, finanche in sede amministrativa.
Il progetto politico di “ITALIA REALE” deve essere quello di far capire che lo Stato non può essere considerato come il frutto di un contratto sociale o la fonte di valori etici, bensì la naturale prosecuzione delle Famiglie, dei Comuni, delle Comunità di lavoro, dei Corpi intermedi per far riscoprire il vero senso delle autonomie, ricchezza e patrimonio comune di tutti, in una società che veda la legittima Autorità in alto, garante delle molte libertà in basso.
Opporre la concreta unità di popolo all'’astratta unità della Nazione, la Patria allo Stato degli esattori e dei burocrati, la lealtà ed il coraggio delle idee alle ipocrisie degli astrattisrmi ideologici che inventano cosiddette “democrazie perfette” tali, però, da arrivare a privare nella realta il popolo persino di quella sovranità che dovrebbe garantire ai cittadini il diritto di eleggere la classe politica.
Questa oligarchia, piena di privilegi inauditi, tende a perpetrare soltanto sè stessa. Occorre ricostruire e far rinascere la “bella politica”.
La societa repubblicana ha fallito i suoi obiettivi sostanziali ed è sotto gli occhi di tutti come la fortissima astensione dal voto determini una “sospensione della democrazia”.
D’altra parte i partiti politici sono stati sostituiti nella loro funzione da un organismo unico, di cui è discernere le caratteristiche degli attori in campo che vogliono una progressiva omologazione ove renda indistinguibili proposte e proponimenti.