Parla all’Agir il candidato sindaco Angelo Novellino
“Valori forti contro poteri forti”, lo slogan del movimento che per il Campidoglio rispolvera lo storico simbolo Stella e Corona.
In lista hanno impiegati, professionisti, casalinghe, imprenditori e sangue blu, per testimonial una principessa e come mezzo di propaganda una piccola ape (nella foto) che porta in giro per Roma il loro simbolo. Dopo 40 anni di appoggio ai partiti repubblicani, il movimento politico nazionale monarchico riparte da Roma con una propria lista: Italia Reale. Monarchici di tradizione e liberali per proponimenti, si presentano come l’alternativa non grillina allo “sfascio repubblicano” e “al sistema dei partiti in putrefazione”. Il simbolo è quello storico di Stella e Corona, l’ambizione riaffacciarsi presto sulla scena nazionale, il candidato sindaco Angelo Novellino. A lui l’Agir ha posto qualche domanda.
- Professionista non della politica (è dottore commercialista) e uomo di successo, che cosa la spinge a un certo punto della sua vita a candidarsi a sindaco di Roma con Italia Reale?
Noi di Italia Reale, forse con un approccio non attuale e diverso da quello dei più, riteniamo sia necessario affermarsi prima nei propri ambiti professionali e solo successivamente in politica. Personalmente, poi, sono per me una spinta quasi naturale il forte senso civico, che mi deriva in buona parte dalla mia famiglia, e la consapevolezza che gli italiani non siano ben rappresentati.
- La monarchia, oggi, in Italia, che senso ha?
La crisi morale oltre che istituzionale in cui versa il nostro Paese necessita di un vertice stabile, non soggetto a lotte tra fazioni e faide politiche, come può esserlo proprio la monarchia. Questa forma di governo è tra l’altro nel nostro dna di italiani, che il 2 giugno 1946 abbiamo interrotto una consuetudine composta da sempre di piccole e grandi monarchie, che, per di più, costano in termini di spese pubbliche molto meno delle repubbliche. E non dimentichiamoci l’esempio positivo che costituiscono le 12 (13 con il Vaticano) monarchie attualmente esistenti in Europa.
- L’ideale monarchico può avere appeal anche sui giovani?
Certamente sì, e non è un caso che Emanuele Filiberto abbia tanto successo tra i ragazzi. Abbiamo avuta una riprova di questo appeal anche nei giorni di raccolta firme per presentare la nostra lista: la maggior parte delle 1223 totali sono di giovani. E questo nonostante i ragazzi, a causa delle molte lacune nei libri di scuola, sappiano poco e niente della monarchia e del suo ruolo nel Risorgimento.
- “Valori forti contro poteri forti”. Ci spiega il significato di questo vostro slogan?
La politica deve avere la supremazia sull’economia e sugli interessi di singoli o gruppi di potere. Da sempre, invece, le Giunte romane cercano il consenso e il supporto dei cosiddetti poteri forti, in primis quelli legati ai costruttori. E se è vero che l’edilizia è il volano dell’economia nazionale, e romana in particolare, comunque il bene della collettività deve essere prioritario. I nostri valori forti sono sovranità, legittimità e sussidiarietà che si scontrano contro questi interessi di gruppi. Prova di quanto affermato sono, per esempio, la cosiddetta riqualificazione del lungomare di Ostia, che sarebbe in realtà una brutale opera di cementificazione, e il progetto che prevedeva la demolizione e la ricostruzione di Tor Bella Monaca con cubatura raddoppiata a discapito di aree verdi.
- Che cosa rimprovera maggiormente alla gestione Alemanno e che cosa teme di più del programma di Marino?
Ad Alemanno imputo la mancanza di un progetto per Roma e l’essere rimasto nel grigiore dei precedenti sindaci, con spesa invariata, consulenze a go go, incapacità di risolvere i problemi dei cittadini e mancanza di trasparenza. Il programma di Marino, invece, mi pare solo un libro dei sogni, e per giunta incompleto. Penso, ad esempio, ad alcuni spunti “post ecologisti”, come l’idea, semplicemente irrealizzabile, di pedonalizzare l’area dei fori imperiali. C’è da dire, però, che almeno Marino un programma ce l’ha, mentre nel sito di Alfio Marchini, tra le tante belle foto, di programmi proprio non se ne trovano.
- Nella malaugurata ma realistica ipotesi che Italia Reale non arrivi al ballottaggio, con chi vi schierereste?
Impossibile dirlo adesso, aspettiamo di vedere che cosa accadrà. Una delle scommesse maggiori per un sindaco di Roma sono i trasporti.
- Qual è la vostra ricetta per aumentare l’efficienza della mobilità urbana?
Il problema deve essere affrontato in modo nuovo, promuovendo una ricerca multidisciplinare sul "sistema traffico" che permetta di affrontarlo con un approccio scientifico. Il sistema di trasporti urbani, poi, deve essere concepito e gestito come un mezzo concorrenziale nei confronti dei mezzi di trasporto privati, non come una soluzione da imporre con mezzi coercitivi, tanto impopolari quanto inefficaci. Riteniamo prioritario il completamento dei lavori per la costruzione della metropolitana, vogliamo trasformare il trasporto ferroviario urbano in trasporto con le caratteristiche della metropolitana e abolire i parcheggi a pagamento al di fuori delle zone del centro storico.
- E sul problema inquinamento avete dedicato una riflessione ed elaborato delle proposte?
È innanzitutto il Comune in sé a doversi impegnare a non inquinare, servendosi il più possibile di combustibili adatti, materiali riciclati, veicoli a basso livello d'inquinamento, illuminazione e riscaldamento a basso consumo energetico. Il Comune deve essere poi messo in grado di misurare scientificamente il livello di inquinamento e bisogna prevedere incentivi per chi effettua regolarmente la raccolta differenziata e sanzioni per chi deturpa e sporca la città.
- I tre punti fondamentali del vostro programma?
L’Eliminazione dei Consigli di Municipi, inutili e costosi; la riduzione drastica del numero degli assessori con l’istituzione, però, di uno nuovo assessorato, quello “agli esclusi”, dedicato agli ultimi; la fine delle consulenze esterne e degli incarichi straordinari e la valorizzazione delle risorse interne all’amministrazione comunale. Vorrei poi aggiungere anche un quarto punto: la valorizzazione del microcredito, con la costituzione di un fondo di garanzia per il credito alle piccole e medie imprese in difficoltà, alternativo all’oneroso ricorso al debito bancario.
- Ha detto che questa avventura elettorale romana è un primo, simbolico passo per intraprendere un cammino nazionale. Esiste oggi uno spazio per il partito monarchico?
Sì, c’è spazio non per un partito nostalgico, ma per un movimento che riunisca le migliori energie della società civile, con un progetto e una missione per l’Italia, aspetto che è mancato in questi anni. Ci ha colpito la coincidenza del decesso del Senatore Andreotti nel giorno della conferenza stampa di presentazione di Italia Reale. Sembra una sorta di spartiacque tra un modo di fare politica legato esclusivamente alla gestione del potere e una gestione della cosa pubblica più alta, di stampo risorgimentale, concepita come una sorta di religione della patria.
Via AGR