I gioielli di Casa Savoia ed il Corriere della sera che scrive bugie !
Spiace dover constatare che un giornale come il Corriere della sera dica delle BUGIE, a mezzo stampa, che diventano falsi storici e, quindi, delle calunnie nei confronti di Casa Savoia. Diceva J.J. Rousseau "le ingiurie sono gli argomenti di quelli che hanno torto". Questa massima dovrebbe essere letta da Gian Antonio Stella che ha pubblicato un'iraconda requisitoria contro Casa Savoia che chiede di poter riavere ciò che loro appartiene : i gioielli di famiglia. I Savoia vengono accusati di aver "minacciato " lo Stato solo per aver tentato una normale "mediazione", cui segue, solitamente, in caso di mancata riuscita, una prevista e normale azione giudiziaria. Questa è la procedura esistente nel nostro Paese.
Occorre premettere, innanzi tutto, come i gioielli , per cui è questione, non siano mai appartenuti allo Stato ma siano sempre stati beni privati, in particolare delle Regine , non oggetto di avocazione da parte dello Stato, come già da tempo stabilito dal Tribunale di Roma e dalla Corte d' Appello , ove è stata respinta la tesi contraria, sostenuta dall'Avvocatura erariale.
D'altra parte il Re Umberto, prima di lasciare l'Italia, fece consegnare dal Ministro Lucifero i gioielli al governatore della banca d'Italia che era Einaudi. Questi non comprendeva perchè il Sovrano volesse depositare questi beni di famiglia e disse al Marchese Falcone Lucifero " li porti con sè... è tutta roba sua ". Il Re volle che fosse compilato un verbale di consegna e , sul cofanetto, fu scritto a chi di diritto (non certamente alla repubblica).
A Casa Savoia viene negato da Gian Antonio Stella il diritto rivendicato e, come "capo d'accusa", addebita a Vittorio Emanuele III° le leggi razziali ed alla Casa regnante di non aver detto "una parola sulle persecuzioni neppure dopo essersi messa in salvo..." orribili falsi : Per quanto riguarda la guerra si tace su un'intesa, cercata dal Re, con L'inghilterra tendente ad evitare la "crisi etiopica" . In concreto l'Italia avrebbe avuto l'Ogaden, oltre a concessioni economiche, compensate con la concessione all'Etiopia di uno sbocco al mare.
Il rifiuto di Mussolini determinò una crisi con l'inghilterra e si andò verso la guerra, preceduta da sempre più strette intese con la Germania. Le leggi razziali ne furono una conseguenza. Il Re Vittorio Emanuele III° per ben tre volte negò la firma a tali leggi, nel tentativo di sollevare una opposizione tra parlamentari, intellettuali, esponenti della società civile che non vi fu. Le leggi razziali, purtroppo, vennero adottate nel 1938. Furono discriminatorie e non persecutorie( come erroneamente scrive Stella). Non per questo debbono essere giustificate, sia chiaro , ma la Camera ed il Senato lasciarono solo il RE. Le persecuzioni feroci avvennero con l'occupazione dell'Italia settentrionale da parte dei Nazisti.
Come sappiamo il Re dovette trasferire il Governo a Brindisi per dare allo Stato la necessaria continuità e consentirne il riconoscimento a livello internazionale e non per "mettersi in salvo" come scrive Stella. Il primo atto del Governo Regio fu quello di abolire tutti i decreti riguardanti le leggi razziali e, proprio nel primo Governo del RE, furono immessi due ministri ebrei Guido Jung e Mario Fano (finanze e poste e telegrafi). Nelle province del regno del sud si salvarono centinaia di ebrei.
Altro punto di riferimento per la salvezza degli ebrei fu il Regio Esercito che, seguendo le indicazioni del Sovrano, fu esemplare nel salvataggio di un gran numero di ebrei che fuggivano dalle zone occupate dai tedeschi ed ottenevano la protezione dei nostri reparti. Storici Ebrei , come lo Steinberg, riconoscono tale comportamento. Menachem Shelah, professore universitario a Gerusalemme, ha pubblicato un libro "storia di un debito di gratitudine" sui rapporti tra il Regio esercito e gli Ebrei in dalmazia.
D'altra parte Fu il Re Vittorio Emanuele III° a por fine al fascismo e destituire Mussolini. Quel Mussolini che fu votato presidente del consiglio, nel 1922, da un parlamento eletto a suffragio universale , come era dai tempi di Giolitti. Tra i voti favorevoli vi furono quelli di Alcide De Gasperi, Ivanoe Bonomi, Vittorio Emanuele Orlando,Antonio Salandra. Sottosegretario all'industria fu Giovanni Gronchi, futuro Presidente della repubblica.
Il Re , al Sud, costituì il Corpo di liberazione Nazionale, posto sotto il comando del Principe Umberto che risaliva l'Italia per liberarla dai nazisti, combattendo al fianco degli alleati. Costituì una rete di rapporti tra il Governo ed i Comitati di liberazione al Nord.
Casa Savoia subì la bassa vendetta di hitler che fece deportare la Principessa Mafalda, figlia del Re, nel campo di sterminio di Buchenwald, ove mori. La famiglia Savoia Aosta fu internata in un campo di concentramento. Altro che silenzi, come scrive Stella.
Presidente Nazionale di Italia Reale (Stella e Corona)
Avv.Massimo Mallucci de' Mulucci
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