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Comunicato di Casa Savoia per la visita del Papa a Torino in occasione dell'Ostensione della Sindone

Il Santo Padre Francesco ha ricevuto oggi in udienza a Torino le LL.AA.RR. i Principi Vittorio Emanuele e Marina di Savoia, Principi di Napoli, le LL.AA.RR. i Principi Emanuele Filiberto e Clotilde di Savoia, Principi di Piemonte e di Venezia e le LL.AA.RR. le Principesse Vittoria e Luisa di Savoia.

S.A.R. il Principe Vittorio Emanuele ha rilasciato la seguente dichiarazione: “A nome della mia Casa, ringrazio il Santo Padre Francesco per il preziosissimo dono della Sua visita a Torino in occasione dell’Ostensione della Santa Sindone, donata dal mio Augusto Genitore, S.M. il Re Umberto II, alla Chiesa Cattolica e quindi all’umanità intera. Questa reliquia, custodita per secoli da Casa Savoia, rappresenta davvero il segno più prezioso dell’”Amore più grande”. Sono orgoglioso che proprio alla mia Casa sia stato assegnato questo difficile compito nelle tempeste della storia e sono molto commosso: S.M. il Re Umberto II sarebbe molto felice di questa giornata”.

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EMERGENZA IMMIGRATI

Italia Reale prende atto che, finalmente, sia nei centri politici europei, sia sui giornali dei costruttori del consenso, è approdata "l'emergenza immigrati".

Il problema esiste da tempo ed occorreva "prevenire" , piuttosto che reprimere. Ai tempi dell'Italia Monarchica, quando avevamo le "colonie"  ( come tutti gli altri stati) nessuno ha mai gridato "buttateli a mare" , rivolgendosi ad Eritrei, Etiopi, Somali, ed altri.

L'Italia monarchica non operava alcuna discriminazione, anche perché quelle popolazioni avevamo la possibilità di vivere in pace e di progredire, nelle loro terre, grazie ai progetti di sviluppo economico e sociale che l'Italia Monarchica ha effettuato.

Eritrei, Etiopi, Somali ed altri si sono formati nei nostri " collegi militari" ed "accademie", ad esempio, senza alcuna discriminazione.

Sono arrivati, poi gli Americani, con la forsennata "decolonizzazione" che ha creato stati virtuali, mettendo assieme etnie, da sempre in guerra tra loro. Tutto ciò, sia chiaro, agli ordini delle sette finanziarie internazionali che hanno voluto creare le nuove schiavitù.

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69 anni fa Re Umberto II lasciava l'Italia

Dopo la comunicazione dei risultati provvisori del referendum istituzionale (il 10 giugno 1946), e senza verificare la regolarità del voto, nella notte tra il 12 e 13 giugno 1946 il Governo "in spregio alle leggi ed al potere indipendente e sovrano della Magistratura" (come si legge nell'ultimo proclama di Re Umberto II) il governo arbitrariamente nomina Alcide De Gasperi capo provvisorio dello stato.

Per evitare che possa scatenare una guerra civile, in quello stesso giorno, alle ore 16.30, il Re Umberto II decide di lasciare l'Italia per andare in Portogallo.

Personaggio carismatico, amatissimo dagli Italiani, Umberto II ha lasciato di sé un ricordo incancellabile. 

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